Le specie in questione, tutte appartenenti alla
famiglia delle Potamogetonacee, sono essenzialmente tre:
- Cymodocea nodosa (Ucria) Asch.
- Zostera marina L.
- Zostera noltii Hornem. Queste vegetano nel piano infralitorale
fino ai limiti del litorale inferiore.
Pur non mancando di fiori e semi, di rado trovati in laguna (si
veda per questo il lavoro di A. Sellato, A. Rismondo, D. Curiel,
e M. Marzocchi in Lavori di Soc. Ven. Sc. Nat. Vol. 20, pp. 163-164,
1995), hanno una riproduzione essenzialmente vegetativa che è determinata
da una propagazione della pianta mediante stoloni rizoidali.
Poichè
radicano fittamente in modo stabile nel sedimento lagunare, costituiscono
delle estese praterie un tempo più largamente diffuse in laguna.
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Prateria di Zostera marina e Zostera
noltii nel Canale di Treporti.
La loro estensione oggi è minacciata da tre fattori principali.
Per primo il processo erosivo dell'incessante moto ondoso che scuote
le acque superficiali dei bassi fondali. Per secondo la conseguente
torbidità delle acque che spinge sempre più queste piante a vegetare
in piani più superficiali, sotto minaccia del processo erosivo.
Terzo dall'inquinamento lagunare nel suo complesso.
Il loro ruolo ecologico nell'ambiente lagunare è importante in quanto:
1° - contribuiscono a consolidare efficacemente il suolo sommerso
attraverso l'intricata e fitta rete delle loro radici.
2° - determinano un effetto meccanico di attenuazione ed assorbimento
elastico dell'azione energetica del moto ondoso naturale, limitando
di fatto l'erosione, quindi la perdita di sedimenti. 3° - costituiscono
il luogo ideale ove vivono epibionti miriadi di altri organismi,
che trovano tra le fronde riparo, nutrimento e condizioni riproduttive.
Attualmente si cerca di porre rimedio al degrado in atto, attraverso
operazioni di espianto di zolle, con fanerogame ben radicate provenienti
dalle zone popolate, e trapianto in altre che ne sono prive, ove dovrebbero
moltiplicarsi per via vegetativa, grazie ai loro stoloni rizoidali.
Gli esperimenti sono in corso e qualche positivo segno di proliferazione
è già stato documentato. |
Impariamo ora a riconoscere le tre fanerogame lagunari.
Queste differiscono per alcuni particolari di facile osservazione
costituiti dai seguenti elementi:
1° 2° 3° |
Grandezza della pianta, lunghezza e larghezza delle foglie.
Numero delle nervature fogliari, foto 1
Caratteri dell'apparato radicale, foto 2 |
Schematizzando i caratteri:
Cymodocea nodosa (Ucria) Asch.
Foglie ricche di cellule tanniniche, lunghe 10-30 cm., provviste
di numerose nervature, da 7 a 9. I margini fogliari presentano
particolari dentellature ricurve (foto 1).
Rizoma bianco rossastro a sezione cilindrica, pressocchè
nudo perchè privo di residui fibrosi di foglie, presenza
di radici avventizie, una per nodo, sottili. (foto 2, soggetto
2).
Zostera marina L.
Foglie con cellule tanniniche, lunghe fino a 40-50 cm.,
provviste di 3-7 nervature non marginali, di cui 3 centrali
ben evidenti. I margini fogliari non presentano dentellature
(foto 1).
Rizoma cilindrico con radici avventizie filiformi numerose
ai nodi (foto 2, soggetto 1).
Zostera noltii Homem.
Foglie sottili, lineari, larghe 2-3 mm., lunghe 10-15 cm.,
provviste di una nervatura centrale e due marginali evidenti.
I margini fogliari non presentano nervature (foto 1).
Rizoma cilindrico sottile rigido, con qualche radice avventizia
filiforme ai nodi (foto 2, soggetto 3).
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Ulteriori e più specifiche osservazioni si possono ottenere producendo
delle sezioni trasversali delle foglie dei rizomi e delle radici.
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