FOSSILI VARI

Come già detto, potenzialmente tutti i fossili con valore commerciale sono soggetti a manipolazioni tendenti soprattutto a far assumere al fossile stesso un aspetto estetico tale da indurre il possibile compratore all'acquisto.

Fra le manipolazioni più frequenti, pertanto, troveremo:
- il rifacimento di parti mancanti,
- la collocazione del fossile su un pezzo di matrice. In questo caso il fossile potrà anche essere sistemato in modo da nascondere eventuali parti mancanti,
- l'assemblaggio di pezzi appartenenti a vari individui della stessa specie per formare un unico reperto,

Vediamo, quindi, alcuni esempi (più o meno evidenti) di queste manipolazioni:

Rifacimento di parti mancanti.
In genere vengono rifatte le parti che mancano perché, molto spesso perdute durante l'estrazione. L'individuazione dei rifacimenti dipende molto dall'esperienza dell'osservatore e dalla bravura del riparatore.

In questo modello interno di gasteropode è stata rifatta buona parte dell'ultimo giro. Probabilmente, durante l'estrazione si era spezzata e, saltata via, non era stata recuperata.







Collocazione del fossile su matrice.

Durante le operazioni di estrazione alcuni tipi di fossili tendono a staccarsi dalla matrice, come per esempio i denti di squalo ed i Trilobiti del Marocco. In questo caso, poiché ha più valore commerciale ed è anche più estetico un fossile su matrice, rispetto ad uno completamente libero, la tendenza sarà quella di riattaccare il tutto. Molto spesso, però, questo lavoro viene fatto non con il pezzo di roccia dal quale si è effettivamente staccato il fossile, ma con un pezzo qualsiasi di quella roccia. L'incollaggio viene fatto con resina opportunamente colorata dando luogo così ad una falsificazione della situazione originale. Anche in questo caso il riconoscimento della contraffazione dipende dall'esperienza delle persone.

Questo Cidaris è stato incollato sulla matrice. Si vede, infatti, abbastanza bene, la linea di contatto fra i due pezzi.

 


In questo altro riccio di mare, adesso che è ancora in lavorazione risulta molto evidente il materiale di riporto che unisce il fossile alla matrice. Se il restauratore sarà abile, a fine lavoro, diventerà difficile accorgersi della manipolazione.

 


Anche questo dente di Mosasauro, rettile marino vissuto circa 70 milioni di anni fa, è unito alla roccia con della resina colorata in modo da farla diventare simile alla matrice. Tuttavia, in alcuni punti, osservando con attenzione si intravede la linea di "demarcazione" tra i due materiali.

 



Assemblaggio di pezzi di individui diversi
Per quanto riguarda soprattutto i vertebrati, è piuttosto difficile ritrovare uno scheletro completo. La ricostruzione, pertanto, può avvenire solo parzialmente, assemblando le poche parti ritrovate, come è stato fatto per questo cane lupo del Pleistocene. In questo caso, per completare lo scheletro, le ossa mancanti sono state soltanto disegnate e dipinte.


Volendo effettuare una ricostruzione completa si dovrà compiere una falsificazione aggiungendo, al posto dei pezzi mancanti, altri non appartenenti allo stesso individuo.
Molte volte, infatti, gli scheletri degli animali del passato, che ammiriamo nei musei, sono stati ricostruiti in questo modo.
Per arrivare al risultato, esistono comunque due strade: la prima prevede l'impiego di ossa riprodotte in laboratorio con materiali vari (calchi), mentre la seconda utilizza ossa fossili vere, però appartenenti ad altri individui della stessa specie, ovviamente delle stesse dimensioni.
Questa seconda strada porta al "confezionamento" di uno scheletro compilato come per esempio quello di questo Ursus spelaeus.


Ovviamente in un museo queste ricostruzioni non vengono fatte con lo scopo di falsificare la realtà, ma per fornire un'informazione il più possibile completa. Tuttavia questo particolare non sempre viene segnalato al pubblico.

Ben diversa, naturalmente, è la stessa cosa fatta, non da studiosi ma da manipolatori, con lo scopo di vendere l'oggetto della falsificazione.




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