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Diploma delle Abbazie Italiane |
CHIESETTA DI SAN MICHELE ARCANGELO
DAI-VN0623
ALCONIS (BL)
JN66AC
Attivazioni effettuate il 19 e 20 Luglio 2012
Alconis è una frazione di San Gregorio nelle Alpi, posta a 433 metri d'altitudine e a circa 6,5 chilometri dal capoluogo. È sede di due chiesette, quella della Madonna Mora o di Loreto, costruita nel 1836 e quella di San Michele Arcangelo del XV secolo.
Come per tutte le chiesette di questa zona, anche se preesistenti da lungo tempo, si ha documentazione scritta solo a partire dal 1500 ed appare documentato nel 1538. Poi, nel 1602 viene descritto con il pavimento in lastre di pietra, la controsofittatura lignea ed un'Ultima Cena, definita elegantissima, affrescata sulla parete a settentrione.
Durante recenti lavori di restauro, è stato evidenziato un antico pavimento in lastre di pietra rossa, quasi un metro sotto all'attuale segno evidente di una ristrutturazione consistente con innalzamento e rifacimento del tetto e sicuramente anche del campanile che in origine era a cavaliere ed ora si trova sull'angolata destra. Purtroppo, però, non sono state trovate tracce dell'affresco rilevato nella visita del 1602.
San Michele Arcangelo è il condottiero delle milizie celesti contro le forze dell'inferno e perciò difensore della Chiesa e della Cristianità. Il culto trova origine in Oriente, dove egli rappresentò la trasposizione cristiana del dio Mithra-Sole, al quale era consacrato l'equinozio autunnale.
San Michele divenne popolare in occidente durante il periodo longobardo e nella Valbelluna di insediamenti longobardi ce ne sono stati parecchi infatti, il ricordo di questo popolo rimane anche in molti toponimi della zona.
Secondo la tradizione, l'Arcangelo apparve ai Longobardi, dei quali era protettore, l'8 maggio sul monte Gargano in Puglia e avrebbe predetto la loro vittoria contro i Saraceni nel 663. A Monte Sant'Angelo sorge, in una grotta, il suo santuario famosissimo nel Medioevo.
Anche se si è persa ormai la memoria dei riti legati alla festa del Santo, in Valbelluna ricordano ancora che il giorno del Santo, il 29 settembre, si procedeva alla benedizione delle “inime” che erano dei lunghi e flessibili bastoni che servivano per battere le noci. In quella data si facevano anche rientrare nelle arnie gli sciami di api battendo con forza dei ferri, ciò che ricordava il clangore delle spade come quella che armava la mano di San Michele.
Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi, dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai, i fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia. È anche invocato per la buona morte perché pesa le anime e le accompagna nell'aldilà
Si celebra la sua festa il 29 settembre (in prossimità del periodo dell'equinozio, ma, almeno per il passato, in alcuni luoghi si festeggiava l'8 di maggio, data della sua apparizione e profezia ai Longobardi.
Il parcheggio di lato alla Chiesa | La strada per Alconis | La Chiesetta |