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Diploma delle Abbazie Italiane |
CHIESETTA DI SAN FELICE IN MONTE
DAI-VN0607
RONCOI (BL)
JN66AC
Attivazione effettuata il 15 Luglio 2015
Roncoi è una frazione di San Gregorio nelle Alpi, che conta poche case, situata appena fuori del capoluogo a circa due chilometri e a 680 metri d'altitudine. E' sede di un Chiesa dedicata a S. Pietro ed alla Madonna di Caravaggio risalente ai primi del 1800 in stile neoclassico. Ben più antica è la Chiesetta che si trova a circa 900 metri di altitudine e che si raggiunge dopo una salita per una stadina sterrata che parte dal paese e va verso la Val Scura.
Questa è la Chiesetta di San Felice che sembra essere la più antica tra le cappelle della Parrocchia. Dai documenti esistenti emerge comunque che la chiesa è sicuramente esistente nel 1405, poiché viene spesso citata nel testo della Regola, ma si ipotizza la sua esistenza fin dal XII secolo.
Si tratta di un sacello ad aula unica, con soffitto a capriate scoperte e pavimento in lastre di pietra calcarea rosa. L'edificio attuale rappresenta l'esito di una serie di ristrutturazioni successive, che ne hanno in gran parte mutato l'aspetto originario. L'esterno appare stravolto dall'aggiunta recente di un atrio in calcestruzzo, mentre all'interno si percepisce subito la sua antichità, ben visibile nei lacerti di affreschi emersi dagli intonaci. È un ciclo frammentario che era presumibilmente organizzato in episodi affiancati, inquadrati da una cornice a losanghe. Fra questi, il frammento di una scena nella quale si vede una schiera di armati che reggono lance acuminate ed uno di essi sostiene uno stendardo rosso sul quale spicca una "P" dorata.
Questa scena riporta alla leggendaria partecipazione dei Feltrini alla Prima Crociata. Tra i nobili che sarebbero andati in Terrasanta, ci sarebbe stato anche Pisocco da Paderno, signore dell'antica frazione di San Gregorio nelle Alpi. La lettera sullo stendardo visibile a San Felice rappresenterebbe perciò il blasone di Pìsocco, raffigurato nella scena con i suoi guerrieri nell'atto di affrontare l'epica impresa.
Lo stile dell'affresco rimanda esplicitamente alla pittura metà Quattrocento e i dettagli decorativi, unitamente alle fisionomie dei personaggi, fanno avanzare l'ipotesi che sia opera di Giovanni di Francia.
Non è del tutto chiaro di quale San Felice si tratti in quanto dai documenti relativi alle visite pastorali del seicento si ricavano due commemorazioni, il 14 maggio e il 12 luglio. Ora, il 14 maggio è il giorno dedicato ai martiri Felice di Vicenza e Fortunato di Aquileia, mentre il 12 luglio si ricorda nuovamente San Fortunato insieme a Sant'Ermagora, leggendario evangelizzatore del Friuli e del Cadore. In ogni caso la devozione sembra avere radici molto antiche e potrebbe essere stata rivolta al Vescovo di Belluno che fu un divulgatore carismatico del messaggio Cristiano e che morì in esilio, mandatovi dai Longobardi.
La chiesetta | L'interno con l'altare | La pala d'altare | I guerrieri con lo stendardo di Pisocco |