1
Amanita umbrinolutea (Bubbolina, Colombina)
 

Molto comune in estate ed autunno su boschi aperti di faggi e d'abeti, come per tutto il gruppo che fa capo ad Amanita vaginata.
Si caratterizza per la mancanza di anello e per avere il margine del cappello striato verso i bordi.
La cuticola è vischiosa con il tempo umido.
La carne è bianca e particolarmente friabile, poco spessa nel cappello, con sapore e odore gradevole.
Può essere commestibile solo dopo cottura.


 



2
Amanita rubescens (Tignola vinata)
 

Un fungo molto comune che si presenta già dalla tarda primavera sino all'autunno inoltrato, sia nei boschi di latifoglie, in modo particolare faggete, che nei boschi di conifere.
Il cappello può raggiungere 15 cm di diametro ed è cosparso da numerose verruche a scaglie di colore ocra chiaro, a volte grigiastre. Le lamelle bianche, si macciano di rosso-vinato al tocco, così pure la carne, che alla rottura tende in un tempo variabile a colorarsi di rosso.

 

È un fungo tossico da crudo, che diventa un buon commestibile dopo cottura, in quanto gli alcaloidi presenti tendono ad evaporare con il calore (ecco perché i funghi vanno cucinati sempre in pentola senza coperchio).

 



3
Amanita muscaria (Ovulo malefico)
 

Il fungo più bello del bosco, sia di latifoglie, specialmente faggete, che di conifere. Un ornamento unico per i mesi estivi ed autunnali. Divide lo stesso habitat del Boletus edulis e si presenta contemporaneamente. Per questo è comunemente chiamato "fungo spia"; infatti, dove si trova l'Amanita muscaria è facile che nelle vicinanze si nasconda il gustoso porcino.

 

Può essere confuso con l'Amanita caesarea, fungo dal gusto squisito, che ha però il gambo, l'anello e le lamelle di colore giallo ed il cappello di colore arancio intenso, privo delle verruche bianche.
È un fungo che può presentarsi di grandi dimensioni, il suo cappello può superare i 20 cm di diametro.
È considerato velenoso e presenta effetti tossici simili a quelli dell'Amanita pantherina, anche se meno gravi.




4
Amanita pantherina (Tignosa bruna)
 

È un fungo comune sia in estate che in autunno, è presente nei boschi di latifoglie e di conifere.
Il cappello di colore bruno-castano, è ricoperto di piccole verruche bianche.
La cuticola è vischiosa col tempo umido, secca con il tempo bello.
Carne poco consistente, che odora gradevolmente negli esemplari giovani, ma sgradevole nei funghi maturi.

 

È un fungo velenoso con alcuni caratteri tossicologici riscontrati nell'Amanita muscaria, anche se più gravi, che interessano il sistema nervoso, avendo azione psicotropica ed eccitante. Raramente ha dato origine a casi mortali.
Può essere confusa con l'Amanita rubescens, ma questa presenta al taglio della carne una colorazione rosso-vinato.

 



5
Lepiota ventriosospora
 

Una piccola lepiota dal cappello di 4-8 cm di diametro con delle piccole squame di colore ocra disposte verso il margine, mentre è liscio verso il centro.
Vive nei boschi di conifere sia in estate che in autunno.

 

Come tutte le lepiote di piccola taglia va decisamente rifiutato in quanto sono considerate sospette e tra esse vi sono alcune specie velenose-mortali.

 



6
Macrolepiota procera (Mazza di tamburo)
 

È un fungo che visto una volta non presenta in seguito alcun dubbio sulla sua detenninazione. Il suo cappello può raggiungere i 30 cm di diametro ed è ricoperto di numerose scaglie brune su fondo più chiaro, disposte in modo circolare.
Il gambo slanciato, è munito di anello libero e scorrevole e tende ad ingrossare verso la base. Da noi lo incontriamo in estate-autunno nei prati e nei boschi radi, sia di latifoglie che di conifere, preferibilmente dopo abbondanti piogge.

 

È un fungo mangereccio, dall'odore e dal sapore gradevoli, apprezzato da sempre e comune in tutto il territorio italiano.

 



7
Agaricus silvicola (Prataiolo)
 

Ha un cappello che varia tra i 5 e i 12 cm di diametro, dapprima bianco-sericeo, poi giallonolo. Tende a macchiarsi di giallo-limone alla pressione delle dita.
Cresce in estate autunno, in particolare nelle radure solatie tra gli aghi dei boschi di conifere a gruppi di più esemplari.
La carne è bianca, al taglio vira leggermente al rosa, l'odore ricorda l'anice, ed è particolarmente gradevole.
A maturità le spore sono di colore marrone scuro.

 

È certamente uno dei funghi più apprezzati, si può consumare anche crudo in insalata, ma sempre con prudenza

 



8
Agaricus arvensis (Prataiolo maggiore)
 

Presente dalla tarda primavera sino alla fine dell'utunno, nei prati incolti, nei campi, nei giardini, nelle radure dei boschi a volte con gruppi di più individui, purché ricchi di materia orgariica. Fungo robusto alto tra i 15 e i 20 cm con un cappello che può superare i 18 cm di diametro. Emana un gradevole odore d'anice.
Le lamelle inizialmente bianche, a maturità tendono al rosa, quindi alla fine sono di colore bruno-nerastro.

 

È certamente uno dei funghi più pregiati e ricercati. Vanno raccolti e consumati gli esemplari giovani.

 



9
Clitopilus prunulus
 

Compare con il mese di agosto e continua a fruttificare sino ad ottobre. Predilige i boschi di aghifoglie. Il ricercatore attento che incontra il Clitopilus prunulus, sa che nelle sue vicinanze potrebbe trovarsi il porcino, in quanto queste due specie hanno in comune lo stesso habitat.
Il cappello imbutiforme è di colore bianco-ghiaccio e può misurare 10 cm di diametro.
La carne è piuttosto fragile. Le lamelle sono di colore rosato. Il gambo è tozzo e corto, pieno, di colore bianco.

 

È un fungo commestibile, dall'odore intenso di farina. Può essere confuso con alcune clitocybe bianche con conseguenze estremamente negative.

 



10
Coprinus comatus (Fungo dell'inchiostro)
 

Lo si può incontrare già dalla primavera ed è presente sino al tardo autunno. Si presenta sia singolo che gregario, talvolta con diverse decine di esemplari, sempre su terreni ricchi di materia organica, specie se di recente concimati.

 

È un fungo d'ottimo sapore, forse tra i migliori commestibili in assoluto per quanto riguarda i funghi presenti nel Veneto. Vanno raccolti esclusivamente gli esemplari giovani, avendo la precauzione di staccare il cappello dal gambo, in modo di ritardare la maturazione delle spore che avviene in tempi brevissimi. A maturità la carne si fa tenera, si liquefa ed assume il colore rosaceo, ed infine nera. Un tempo era usato come inchiostro, come anche Coprinus atramentarius.